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Intervista a... Simone Fornasari!


Esce venerdì 9 aprile “Che poi” (edito da Senza Dubbi e distribuito da Believe), il nuovo EP del cantautore SIMONE FORNASARI, disponibile su tutte le piattaforme digitali. Un progetto che nasce dall’esigenza di chiudere un percorso iniziato con l’uscita dell’album dal titolo “…”. Un EP che completa un viaggio, accomunato dallo stesso fil rouge valoriale, figlio del medesimo universo creativo. Un lavoro, frutto di un tempo di silenzio e ricerca, pensato, voluto e concepito a quattro mani insieme al produttore artistico e amico di sempre Giancarlo Boselli. «“Che poi” è la frase che non ti aspetti che arriva dopo un silenzio, la testimonianza di parole che cercano la strada per uscire, l’impossibilità di reprimere ciò che segue una rivelazione», così Simone Fornasari esprime la necessità di scavare, aggiungere e completare il percorso iniziato con l’album precedente.

L’ep parla di scelte, della tentazione di inseguire la fretta e di rincorrere il tempo, della necessità di

fermarsi a pensare, di costringersi a fare i conti con se stessi, anche se il mondo là fuori corre.

«La capacità di saper scegliere per se stessi è una delle sfide più incredibili dell’uomo, nonché tema

centrale di questo disco - sottolinea il cantautore - saper scegliere è un atto di coraggio

quotidiano. Spesso scegliamo per la scelta di essere compresi, accettati, capiti, più che per la

necessità di essere fedeli a noi stessi».

Non a caso il brano che apre questo disco dal titolo “Da che parte stare” è una dedica a Ignazio

Cutrò, amico e testimone di giustizia. Un esempio di chi ha fatto i conti con se stesso e ha pagato il

prezzo di stare dalla parte giusta. «La conoscenza di Ignazio, le sue parole e le sue paure mi hanno

letteralmente cambiato il modo di vedere le cose e mi hanno fatto sentire ancora più piccolo e fragile

al cospetto della giustizia che non conosce paura». Ad accompagnare l’uscita di “Che poi” il nuovo singolo “Con i piedi per terra”, in rotazione radiofonica dallo stesso giorno. Un brano che parla della necessità incosciente di sognare, di volare alto e inseguire i desideri invincibili e invita a farlo con la consapevolezza di chi sa dove atterrare nella realtà, affondando le radici nella concretezza di un mondo fatto di responsabilità. La coscienza che abbraccia il desiderio. L’ineluttabilità che fa i conti con la fantasia. Un auto-monito a tenere sempre i piedi ben piantati a terra.

Il videoclip è stato pensato e concepito dal regista Alessandro Avarucci e successivamente

montato e post prodotto da Chiara Granata. «Alessandro vive ad Amsterdam e, in una

chiacchierata telefonica, mi ha lanciato un’idea che mi ha convinto da subito: è riuscito a coordinare

e produrre il lavoro in totale smart working». Il video racconta di un viaggio talmente strano da

essere vero.




Biografia


Nel 2008 nasce il primo progetto musicale: l’ep “E comunque la vita è tutta un’altra cosa”, in cui

spicca Sottovoce. Il singolo risveglia l’attenzione di Radio Bruno che premia il cantautore come miglior artista emergente e gli permette di calcare i primi palchi in apertura ad artisti del calibro di

Fabrizio Moro, Stadio, Ron, Nina Zilli, Nomadi, Marco Mengoni. Nel 2010 pubblica l’album

“Momentaneamente in equilibrio”, a cui seguono i primi riconoscimenti prestigiosi: ritira al Teatro

Piccinni di Bari il Premio Nazionale Mimmo Bucci ed è tra i protagonisti del Premio Milo 2014 – Voce del Mediterraneo, ideato e voluto, da Franco Battiato e Red Ronnie. Nel 2015 esce l’album “Tutto bene grazie” e nell'estate del 2016 prende parte alla XXI Edizione del Premio Lunezia, uno dei più autorevoli in Italia per la canzone d'autore, classificandosi al secondo posto con il brano Sempre sei. Nel 2017 è finalista al Premio Bologna Musica d’Autore e, nel 2018, viene premiato a Casa Sanremo, durante il Festival della canzone italiana, con la targa Menzione Club Tenco per la Rassegna Musica Contro le Mafie, grazie al singolo Un mondo che abbaglia. Dopo più di due anni di silenzio esce prima l’album “…” e successivamente l’ep “Che poi” che tracciano in modo netto e deciso l'inizio di un nuovo percorso del cantautore.


Di seguito la nostra chiacchierata con Simone ↓


1. Chi è Simone e come nasce la sua passione per la musica?

Simone Fornasari è una persona come tante che, fin da bambino, ha “sfruttato” la musica per combattere le proprie fragilità. Ho iniziato a suonare a 12 anni, da autodidatta, e da allora non ho mai abbandonato la chitarra, lo strumento che mi permette di raccontare attraverso la musica ciò che non sarei in grado di dire nemmeno all’amico più caro.


2. “Con i piedi per terra” è il tuo nuovo singolo tratto dal tuo nuovo EP, come nasce il brano?

Nonostante la vita ogni giorno ci carichi di responsabilità, credo che ognuno di noi abbia il dovere di continuare a sognare. Sognare con consapevolezza non è affatto semplice ma, allo stesso tempo, ha un sapore diverso. La coscienza che abbraccia il desiderio.


3. “Che poi” è il titolo del tuo nuovo EP uscito venerdì, cosa vuoi trasmettere con questo tuo nuovo progetto?

In primis volevo chiudere un percorso iniziato lo scorso anno con l’album “…”. Non a caso la copertina di “che poi” ha fortissimo nesso con quella del lavoro precedente. Il tema centrale di questo disco è sicuramente “la scelta”. Credo che scegliere sia un atto di responsabilità al quale siamo chiamati a rispondere quotidianamente, in primis nei confronti di noi stessi e di conseguenza verso il mondo che ci circonda. È proprio quel mondo che ci circonda che, troppo spesso, ci espone a giudizi così violenti tanto da comprometterci le nostre possibili scelte.


4. Grazie al tuo singolo “Sottovoce”, Radio Bruno ti premia come miglior artista emergente e ti permette di calcare i primi palchi in apertura ad artisti di un certo calibro come Fabrizio Moro, Stadio, Ron, Nina Zilli, Nomadi, Marco Mengoni. Che tipo di esperienze sono state per te e quale emozione hai provato a calcare quel palco prima del loro ingresso?

È stato tutto davvero pazzesco. Non credo che esistano parole per descrivere quello che ho provato in quei momenti: mi sembrava di vivere in un film e forse non ero nemmeno pronto per certe esperienze.

Ero un talmente un “pischello” musicalmente parlando che non credo di essermi riuscito a godere appieno quei momenti perché provavo invano a controllare qualcosa che nemmeno conoscevo! Detta in altri termini…me la stavo facendo sotto!!


5. Come nascono i tuoi brani e dove prendi ispirazione nel scriverli?

Ogni brano nasce da una necessità di Simone: da un bisogno di comunicare e di sentirsi compreso. Sarà che mi sono sempre sentito un po’ tra quelli che occupavano l’ultima fila motivo per cui ho cercato di sfuggire attraverso la musica sia per proteggermi che per consolarmi. Scrivo perché non so fare altro che così. L’ispirazione arriva quando meno te l’aspetti: sicuramente non arriva se mi impongo di scrivere…ogni brano è frutto di un processo metabolico intellettuale: tengo dentro, sedimento e poi…di colpo arriva qualcosa che prende forma e diventa musica.


6. Tra i tuoi molti brani a quale sei più legato e perché?

Non credo di avere un brano al quale sono più legato. Ogni canzone è frutto di un percorso e mi piace pensare che la vita sia un viaggio continuo. Oggi non siamo quelli di ieri e domani non saremo quelli di oggi. Sicuramente “sottovoce” mi ha permesso di arrivare a vivere esperienze uniche e se devo nominarne uno dico questo perché e proprio da quella canzone che è partito tutto.


7. Quali sono i tuoi progetti futuri?

Spero di tornare a suonare dal vivo il prima possibile. Vorrei tanto poter raccontare queste canzoni nella dimensione più vera ed onesta.


8. A chi devi il tuo grazie più grande e perché?

Anche in questo caso sono talmente tante le persone a cui dovrei dire grazie che non vorrei fare un torto a qualcuno. Di certo posso dire che sono stato davvero fortunato ad incontrare lungo il mio percorso persone così speciali.



Noi ringraziamo Simone Fornasari per la sua disponibilità e vi lasciamo i link per seguirlo sui suoi social ↓



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