Dal 7 maggio è disponibile in rotazione radiofonica “AD UN METRO DI DISTANZA”, primo brano di MATTEO MAIONE pubblicato su tutte le piattaforme di streaming il 1° maggio.
Distanti, ma uniti dalla voglia di normalità e di vicinanza fisica ed emotiva: questo il senso di “AD UN METRO DI DISTANZA”, brano di debutto di MATTEO MAIONE che veicola un messaggio di fiducia e aspettativa per il domani. Musicalmente l’andamento iniziale è apparentemente cupo nella sua progressione funky, aprendosi poi in un ritornello pop/rock che è una riflessione coraggiosa e, soprattutto, una ricerca di speranza per un ritorno alla libertà.
Questa canzone è nata durante il primo lockdown, in un momento di solitudine, incredulità ma anche paura e impossibilità di fare previsioni sul futuro – spiega Matteo Maione a proposito del nuovo singolo - Ho scelto dunque questo brano come mio primo singolo per l’attualità del contenuto, per il coraggio di voler raccontare, a distanza di un anno, quello che abbiamo vissuto e che ancora stiamo vivendo.
Il videoclip ufficiale del brano è stato diretto e montato dallo stesso artista e vede l’alternarsi di immagini incentrate sul senso di solitudine degli esseri umani e di desolazione dei paesaggi urbani. Questo video si fa metafora del vuoto cosmico e dell’impotenza che ci accomuna e, al tempo stesso, ci divide profondamente.
Biografia
Matteo Maione nasce a Roma il 28/10/1971, e dopo aver vissuto tutta l’infanzia e l’adolescenza a Frosinone, torna nella sua città natale. La passione per la musica è cominciata fin da bambino attraverso lo studio del pianoforte; in seguito, Matteo capisce che quello strumento poteva dargli la possibilità di esprimere sensazioni ed emozioni profonde e sconosciute; da qui le prime improvvisazioni, composizioni, poi l’amore per il cinema e la ricerca di sonorità che potessero essere un connubio armonioso con le immagini. Infine, negli ultimi anni emerge la necessità di raccontare le esperienze di una vita, trasformando l’esistenza stessa in una grande colonna sonora, in cui la musica fosse il cuore e le parole fossero il racconto lucido ma anche immaginario della memoria e di un presente senza tempo.
Il suo brano d’esordio, dal titolo “Ad un metro di distanza”, è disponibile in digitale dal 1° maggio e in radio dal 7 maggio.
Di seguito la nostra intervista↓
1. Chi è Matteo e come nasce la tua passione per la musica?
La passione per la musica è nata da bambino attraverso il pianoforte; da lì è
cominciato tutto, si è aperto un mondo di suoni ed emozioni che mi hanno da
subito travolto e accompagnato fino ad oggi, portandomi sempre alla ricerca di
un "sound" attraverso il quale esprimere i miei stati d'animo, le mie più
profonde e nascoste sensazioni.
2. “Ad un metro di distanza” è il tuo brano d’esordio, come nasce l’idea e da cosa hai preso ispirazione per scriverlo?
"Ad un metro di distanza" è nata durante il primo lockdown, in un momento
personale di paura, solitudine e impossibilità di fare previsioni sul futuro;
attraverso la musica, però, ho trovato la forza di superare quei turbamenti,
trasformandoli in un messaggio di speranza e di ritorno alla normalità.
3. Cosa ti ha spinto ad esordire solo ora nel campo musicale?
Ho deciso di esordire ora nel campo musicale perché solo negli ultimi anni ho
sentito dentro di me di aver raggiunto la giusta maturità artistica per poter
cominciare questa nuova avventura, mettendomi in gioco; allo stesso tempo
credo che bisogna sempre rischiare per le cose che ci interessano veramente,
altrimenti il vero rischio è quello di perderle.
4. Quale messaggio vuoi trasmettere a chi lo ascolta?
Il messaggio del brano è quello della possibilità che abbiamo sempre di
superare quella distanza intesa, metaforicamente, come barriera tra le persone,
incapacità di relazionarsi con gli altri, trasformandola in un messaggio di
fiducia e aspettativa per il futuro.
5. Quali sono i tuoi progetti futuri?
Rispetto ai progetti futuri ho in cantiere altri due brani che usciranno presto, ma
anche il desiderio forte di realizzare un album con il quale poter tracciare un
percorso più completo di ciò che mi sono prefissato fin dall'inizio.
6. A chi devi il tuo grazie più grande e perché?
Il più grande ringraziamento lo devo a mio padre che è stato il primo a fornirmi
le basi di una sconfinata cultura, non solo musicale, ma anche il primo a
credere nelle mie capacità e nella mia sensibilità artistica.
Noi ringraziamo Matteo Maione per la sua disponibilità e vi lasciamo i link per seguirlo sui suoi social ↓
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