“CITTÀ DI CARTA” è un brano nato dalla penna di Simone Vianello, in arte LIAM, e Davide Caregnato (Care) , con la solita produzione di Highdom. La canzone presenta uno stile pop/rap/ indie con musicalità moderne, fresche e ampie che contribuiscono al coinvolgimento emotivo dell’ascoltatore. Il testo si riferisce a un desiderio, un sogno, qualcosa di prezioso a cui siamo legati mentalmente ed emotivamente e che, per questo, preserviamo con tutte le nostre forze. La continua ricerca di un ricordo, di un rimpianto, di qualcosa che ha perso, porta Liam a rifugiarsi nuovamente in un testo malinconico, ma ottimista, ricolmo di speranza.
Spiega Liam a proposito del brano: «Una città di carta è una città inventata dai cartografi per rendere le proprie mappe inimitabili. Penso che ognuno tenga con sé una città di carta, dove ci sentiamo bene, dove ci sentiamo vivi. Ma al tempo stesso sappiamo che è troppo fragile per non volare via col vento, e troppovulnerabile per non spezzarsi con la pioggia. Ma nonostante questo, ce la teniamo stretta sotto la giacca. Perché?Perché non ci interessa quanto essa possa essere fragile o vulnerabile. A noi interessa viverci a modo nostro, anche se piove, continuamente».
Biografia
Simone Vianello, in arte LIAM, nasce il 19 aprile 1997 a Mestre in provincia di Venezia, ed è un compositore, cantante e polistrumentista. Dopo aver ereditato la passione della musica dal padre, sceglie di seguire diverse lezioni private di pianoforte e chitarra, per poi accorgersi della sua dote più promettente: il cantautorato. Comincia a scrivere testi in italiano all’età di 10 anni, per poi essere seguito da un maestro di composizione e armonia a partire dall’Ottobre 2014.
Forma una band nel luglio del 2015, chiamata “Reback”, con la quale si presenta a sagre di paese, contest e altre serate live nei locali del Veneto. Nell’estate del 2017 decide di aprire un nuovo progetto musicale da solista, cominciando a delineare la figura di LIAM: partecipa a contest come “Tour Music Fest”; “Onde Sonore” di Jesolo, dove vince il primo premio come cantante e quello come miglior inedito con il brano “Diario di una comparsa”; e al “Festival Show”, con il brano “Fino alla fine”. A fine 2018 entra in BIT Records e ad oggi ha pubblicato 6 singoli e un album d’esordio dal titolo "Comete". Colleziona ottimi risultati di stream su Spotify, una costante crescita sui social e molte radio passano i suoi singoli. Durante il primo periodo di lockdown comincia a collaborare con Care (Davide Caregnato), suo amico e collega. Dopo il brano “CUORI BIANCHI” feat. CARE, uscito in radio e in digitale lo scorso novembre, Liam pubblicherà un nuovo singolo dal titolo “CITTÀ DI CARTA” (BIT Records) disponibile in digitale dal 5 febbraio e in radio dal 12 febbraio 2021.
Di seguito la nostra intervista con Liam ↓
1. Chi è Simone e come nasce la tua passione per la musica? Simone è un ragazzo forte, con una leadership molto coinvolgente, organizzatore dei suoi progetti e creativo, ma che nasconde anche il lato di se romantico, sentimentale, debole, triste, depresso e lo traduce in musica quando ha bisogno di sfogarsi, confessarsi, esporsi. La mia passione per la musica nasce proprio da queste radici, un cervello sempre funzionante, ma che pensa sempre, in modo continuo a ciò che può e ciò che potrebbe accadere nel suo futuro, aggrappandosi a un passato confuso e distratto dai sentimenti troppo forti per essere messi da parte. A 8 anni ho scritto la mia prima canzone per un compito in classe alle elementari. Non sapevo nulla della composizione, tanto meno suonare uno strumento. Mi sono così approcciato alla musica come autodidatta, prima alla chitarra e di seguito al pianoforte, tenendo sempre i piedi all’interno della composizione scritta di nuove melodie e di nuovi testi. Con il tempo la musica diventò sempre più parte di me e delle mie giornate, e le cose che avevo da dire, grazie anche all’età adolescenziale, erano moltissime, così mi feci seguire da un direttore d’orchestra, il prof. Dino Doni, per lo studio della composizione e dell’armonia. Nel mio piccolo suonavo con una band, i Reback, progetto che durò fino al 2018 con la nascita di Liam, con il quale cominciai ad espormi nel mondo della musica digitale con il primo brano “Fino alla fine”.
2. “Città di carta” è il nome del tuo nuovo singolo, cosa vuoi trasmettere con questo brano? “Città di carta” è un progetto che racchiude Liam al 300%. È il mio stile per antonomasia, il genere nel quale mi ci rivedo completamente: la chitarra elettrica “clean” con Delay e reverbero, la parte rappata/melodica nella seconda strofa, il ritornello martellante che ti ricordi anche se non vuoi, insomma la “Hit”. Inoltre grande rilevanza va affidata al testo: in quelli precedenti ho sempre parlato di una lei che ho perso a causa mia, qui confermo questo fatto, specificando che rimane uno dei miei più grandi desideri. È lei la mia “città di carta”, quel desiderio che teniamo con noi, inimitabile, seguito da una storia che nessuno potrà mai capire completamente, ma così fragile che può volare via con un po’ di vento e distruggersi con un po’ di pioggia. La città di carta, per i cartografi, è una città inventata per rendere le mappe inimitabili. Le rende uniche, perchè appartiene solo a loro. È lo stesso concetto di un desiderio che abbiamo nascosto, ci rende unici, speranzosi, forti, ma anche deboli perchè sappiamo che quel desiderio ha un sacco di ostacoli che lo circondano, una marea di nuvole sopra di esso, pronte a far piovere.
3. Come nascono i tuoi testi e dove prendi ispirazione? Non esiste uno schema nella composizione dei miei pezzi, e ne vado abbastanza contento, perchè ogni volta è diverso, ogni volta è come se fosse la prima. Una canzone può nascere da una melodia che ti frulla in testa, da un accordo di pianoforte sbagliato, da un suono che senti in città nel traffico, da una sigla di una pubblicità. La cosa più bella è che non sei tu a deciderlo, arriva da sola: più cerchi di scrivere una determinata canzone, più quella canzone non esce. Ora come ora ho solo pochi riferimenti quando scrivo le mie canzoni: gli insegnamenti tecnici del mio maestro, determinati strumenti coerenti col genere che faccio, ma soprattutto nei testi l’utilizzo di parole chiave, ovvero parole non scontate, ma che vengono usate anche abitualmente, e che racchiudono al loro interno più significati e più correlazioni con diverse sensazioni. Sicuramente l’ispirazione è presa sempre dal dimostrare qualcosa a qualcuno, qualcosa a lei in particolare, voglio farle capire che nonostante i miei errori io sono ancora qui che la aspetto, e il bello di questo? È che lei lo sa perfettamente e sa le mie canzoni a memoria. Oltre ai fattori miei personali, prendo ispirazione anche da altre storie, magari da quelle dei miei amici, o per sentito dire, o dai film, creo una mia visione del mondo in determinate situazioni e le traduco musicalmente.
4. Nell’estate del 2017 decidi di aprire un nuovo progetto musicale da solista chiamato “Liam” come nasce l’idea e da dove arriva questo nome? Dopo un periodo passato da frontman del gruppo Reback, ho deciso di aprire questo progetto musicale in occasione dell’iscrizione al festival Show nel 2017. Liam è associato a un periodo della mia vita molto confuso, soprattutto a livello sentimentale, ma anche per ciò che riguardava il mio futuro. Nasce durante il primo anno di università, nel quale il cambiamento lo senti eccome: stai diventando grande, stai facendo ciò che ti porterà al mondo del lavoro, e stai chiudendo la tua fase adolescenziale, per entrare in quella adulta ormai. Liam deriva da “William”: nella dinastia anglosassone sta a significare “forza di volontà”. Ma nella scrittura, per comporre musica, non serve solo il coraggio di rialzarsi e di mettersi in gioco. A parer mio la vera condanna di un artista sta nel fatto che sia costretto a convivere con un vuoto, col dolore, solo così è capace di colpire in pieno al centro il cuore delle persone, immedesimandosi in ciò che loro provano. Così da William decisi di togliere “will” e di lasciare solo Liam, per ricordarmi che se molte volte sto male, sto male per il solo motivo di scrivere musica.
5. Dopo 6 singoli e un album d’esordio dal titolo "Comete", con il quale hai avuto molto successo, cosa ti aspetti dal tuo futuro come artista? Credo che u percorso musicale come il mio, basato unicamente su una sorta di talento e non su un appoggio prematuro, sia una scala continua, senza sosta, dove più sali più raggiungi un successo più grande, ma ci vuole costanza, velocità, passione e dedizione. Solite cose dite voi, si ma tra il dire e il fare... Mi aspetto ancora grandi soddisfazioni, sempre più concrete e promettenti!
6. Quali sono i tuoi prossimi progetti? Nei progetti futuri abbiamo in lista, già spoilerati nei social, due pezzi estivi, uno a fine aprile già confermato e uno a Giugno in fase di produzione! Poi chissà, potrebbe racchiudersi tutto in un secondo album!
7. A chi devi il tuo grazie più grande e perché? Alla mia famiglia, pochi genitori e fratelli/sorelle sostengono un ragazzo per una passione così bella quanto altrettanto difficile, sono un figlio/fratello molto fortunato ad avere l’appoggio di tutti loro per quello che sto costruendo e questo mi da grande forza.
Noi ringraziamo Liam per la sua disponibilità e vi lasciamo i link per seguirlo su ↓
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