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Intervista a... Damien McFly!


On Our Own è stata scritta poco prima della quarantena e ultimata dopo un mini tour Europeo. Come suggerisce il titolo, il brano parla della necessità di trovare la capacità di reagire alle difficoltà con le proprie forze, di non aspettare risposte o input esterni per rialzarsi, ma capire quali sono le nostre potenzialità e trovare la strada migliore per farle fiorire.

On Our Own arriva dopo i singoli “My cure” e “Vega” e del brano  “Mesmerised” con il quale Damien McFly vince nel 2018  il Grand Prize nella categoria Folk del John Lennon Songwriting Contest di New York e l’honorable Mention nell’International Songwriting Competition e all’interno dell’Unsigned Only Music competition di Nashville con “I can’t Reply”.

Damien McFly è reduce dalla partecipazione nel marzo 2019 al SXSW 2019 ad Austin in Texas, unico italiano a parteciparvi senza etichetta.

Dopo l’uscita di “On Our Own” sono previsti altri 3 singoli che anticiperanno l’uscita dell’album prevista per la fine del 2020.



BIOGRAFIA 


Damien McFly è un cantautore Padovano che con la sua voce graffiante,  le melodie senza tempo del Folk e il sound dell’Indie moderno, continua a conquistare il pubblico dopo aver suonato più di 500 concerti in 15 stati.

Il tour del suo primo album “Parallel Mirrors” (uscito a Ottobre 2015) lo porta in tutta Europa, UK, USA e Canada, dove partecipa a festival come SXSW,Canadian Music Week, BBC Carfest, International Richmond Film Festival e Home Festival.

“I Can’t Reply” , New Start” e il nuovo singolo “Leap” (2018) vengono acclamati da numerosi blog (MTV new Generation, Rolling Stone, ContactMusic, Gigslutz), mentre Damien  viene intervistato anche da Rai Radio 1 e BBC Scotland.

Nel 2018 vince il Grand Prize nella categoria Folk del John Lennon Songwriting Contest di New York con il brano “Mesmerised” e l’honorable Mention nell’International Songwriting Competition e all’interno dell’Unsigned Only Music competition di Nashville con “I can’t Reply”.

Nel 2019 escono i singoli “Mesmerised” e “My Cure” e nel frattempo Damien collabora alla stesura di nuovi brani con il produttore Alex Marton e collaborando con diverse realtà in tutta Europa.

Quest’anno era già stata confermata la sua presenza alla Canadian Music Week assieme ad un tour europeo di 30 date.

il 27 Marzo 2020  esce il singolo Vega e sono previsti altri 3 singoli fino all’uscita dell’album prevista per la fine del 2020.

1. Damien McFly chi è, e da dove arriva questo nome?

Vorrei dire che arriva dal film Ritorno al Futuro ma non è così.

Arriva da un progetto musicale che ho avuto dal 2011 al 2013 chiamato I Fratelli McFly, nel quale io e un violinista riarrangiavamo brani commerciali in chiave acustica, con una matrice sonora molto Scottish-Irish. Dopo la separazione ho voluto tenere il McFly dato che avevo già raccolto diversi fans sparsi per il mondo.

2. Hai suonato più di 500 concerti in 15 stati, che rapporto hai con il tuo pubblico e cosa ti ha trascinato a portare la tua musica in giro per il mondo?

Viaggiare per me è stata sempre un po’ una droga, cerco sempre di spingermi verso mete nuove e di conoscere tantissime persone di culture diverse. Adoro raccogliere storie e perdermi tra le vie delle città.

Sin dall’inizio ho cercato di avere un rapporto con il pubblico senza troppi filtri, di essere raggiungibile e di non nascondermi dietro ad un’immagine che non mi rappresenta.

Il pubblico all’estero è sempre diverso e cambia molto da stato a stato se è fatto di persone che non mi conoscono, se poi si affezionano a me e alla mia musica mi piace far sentire tutti parte della stessa famiglia.

3. “On our own” è il tuo ultimo singolo scritto prima della quarantena, di cosa parla e che messaggio vuoi dare ai tuoi fans con questa canzone?

On Our Own parla della voglia di rialzarsi e ripartire assieme, ma con le nostre forze, senza aspettare l’aiuto di qualcuno e lamentarsi troppo.

È un po’ la mia filosofia di vita, trovare chi condivide le tue visioni e buttarsi senza paure.

L’ho iniziato prima della quarantena e ultimato proprio durante il lockdown quindi ho lavorato molto per far passare anche attraverso la musica queste sensazioni.

4.Dal 2015 ad oggi hai scritto molti brani tuoi,  qual è quello che più ti rappresenta e quello che, nonostante sia stato scritto da te, ti rappresenta meno?

Credo che uno dei brani più autobiografici che abbia mai scritto sia “The Taste of Rain”, contenuto all’interno del mio album “Parallel Mirrors”. Parla di come, nonostante passi il tempo mi ritrovi a fare gli stessi errori di quand’ero bambino, ed è una cosa che da un lato non mi dispiace per niente perché significa che non ho perso la voglia di sbagliare.

5. Hai scelto di partire insieme alla tua musica prima dall'estero e puntare solo in un secondo momento all’Italia, come mai questo tipo di scelta?

Diciamo che in Italia non ho mai smesso di suonare, ma ho sempre preferito andare in posti come Londra o New York, piuttosto che a Roma o Milano. Il motivo è semplice, per confrontarmi con un pubblico che conosce meglio il tipo di musica che scrivo, che capisce subito i testi. Per me è un percorso più complicato ma sensato, meglio prendere subito le botte in testa ed evolversi lentamente piuttosto che cercare solo i consensi.

6. A chi devi il tuo grazie più grande e perché?

Lo devo sicuramente a tutte le persone che mi stanno vicine davvero da anni, che mi hanno visto attraversare momenti di tutti i tipi e non sono mai sparite. La musica è un settore in cui molte persone vanno e vengono e il fatto di restare vicino a qualcuno per molto tempo non è scontato.



Ringraziamo Damien per la disponibilità e vi consigliamo di seguirlo!


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