Amici di #UnaVitaOnTheRoadBlog, qualche giorno fa, in un nostro post, vi abbiamo parlato dei 2eleMenti e del loro nuovo singolo Alfavil. Oggi vi poponiamo la nostra chiacchierata fatta con Elm e Lord Cerino (2eleMenti) ↓
1. Chi sono i 2eleMenti e come nasce la loro passione per la musica?
Siamo una cosa sola pur essendo due, Elm e Lord Cerino. Definirci una band non sarebbe del tutto esatto o meglio lo siamo sul palco ma non siamo fatti per andare in trance al buio in un garage ad
immaginare mondi che nessuno capirebbe. 2eleMenti è il progetto artistico transmediale di questi due ragazzacci che hanno scelto di vivere tra la realtà e quello che c’è oltre. Attraversando il muro, abbiamo scoperto la vera passione per la musica oltre la realtà. Lì abbiamo trovato il nostro stile di vita e i nostri veri ideali. Questo ci ha spinti a cercare non solo l’esclusività nella musica che
produciamo ma la magia di sentirci unici, come tutti potremmo essere. Le opere che scriviamo sono il risultato di questa filosofia che abbiamo definito Fantasy Pop. Con molto orgoglio possiamo dire di aver vissuto un passato incantato, folgorati dalle antiche leggende sulla fortezza Federiciana che ci appare solo a pochi metri da casa, nel nostro borgo. Frequentemente queste “storie” ci venivano raccontate al chiaro di luna o cantate come usavano fare i menestrelli. Da lì all’ essere attratti dalla musica e dalla sua magia, il passo è stato molto breve, quasi inesistente. In fondo è semplice
avvicinarsi alle cose immense.
2. Come nasce il progetto dei 2eleMenti?
Dall’esigenza di suonare quello che ci passa per la testa e non davanti agli occhi, di fronte ad uno schermo. Nasciamo come musicisti e abbiamo semplicemente condiviso delle idee. Era il 2013 quando speculavamo sulla fugacità del tempo e sulla ferma convinzione che l’essere umano non è veracemente uno ma veracemente due, convinzione che, detto con la maturità di oggi, era però troppo
ancorata ai difetti dell’essere umano più che alle qualità. Ci è apparso così, quasi già scritto nella nostra testa, il primo EP, Questioni, del quale oggi siamo orgogliosi ma non più convinti. Come tutte le cose è stato l’inizio di un processo evolutivo. Da quel momento siamo partiti, del tutto ignari che avevamo appena comprato un biglietto di sola andata per Alfavil.
3. Avete ricevuto vari riconoscimenti e premi; a quale siete maggiormente legati e perché?
Forse il più importante è stato il premio per il miglior videoclip al Los Angeles Film Awards, per un motivo ben preciso: è stato il primo riconoscimento oltre oceano, la manifestazione di una cosa in principio infinitamente piccola diventata per noi infinitamente grande. Le prime volte hanno sempre quel profumo di incanto. Ma voi ci avete chiesto a quale dei premi siamo maggiormente legati e noi
vi rispondiamo da veri ottimisti dicendovi che, chiaramente, sarà il primo premio che riceveremo con Alfavil.
4. “Alfavil” è il vostro ultimo singolo, a cosa vi siete ispirati per scrivere questo brano e che messaggio volete trasmettere con esso?
Abbiamo iniziato a lavorare ad Alfavil molto tempo fa, dopo aver consumato l'omonima pellicola ("Agente Lemmy Caution: missione Alphaville", 1965) del regista Jean-Luc Godard. Ogni volta che tornavamo indietro, ci sembrava di notare alcune somiglianze strutturali tra il futuro distopico che fa da sfondo al film e il nostro modo di vivere: la protagonista, Natascha, era una di quelle tante persone così facili da incontrare oggi, completamente soggiogate e stordite dalla tecnologia. Così abbiamo iniziato a riflettere, a lungo. Il punto di svolta è stato l'incontro con il saggio "Lo spirito europeo e il mondo delle macchine" di Georges Bernanos e da quel momento in poi ci siamo convinti che sarebbe stato necessario scrivere un brano che ci aiutasse a chiarire quello che a volte cerchiamo di nascondere a noi stessi,che la nostra esistenza è ormai puro artificio e che ogni giorno diventiamo inesorabilmente più simili a macchine. Volevamo condensare - e questo è stato il passaggio più difficile - gli stereotipi più contraddittori della contemporaneità, mostrandone le debolezze ed esasperandone i tratti. Abbiamo cercato di creare qualcosa di "stra-ordinario", qualcosa che andasse oltre la trilogia di "Fiabe dal Futuro" e quello che ci era sembrato il nostro apice artistico si è rivelato solo un nuovo punto di partenza. Il fantasy-pop ci ha offerto nuovi ed innovativi strumenti per comunicare il nostro messaggio, attraverso l'utilizzo sempre più massiccio di sonorità elettroniche e di toni operistici che restano ben saldi all'interno della forma-canzone. L'elemento finale, quello che non riuscivamo a trovare e che serviva per dare forza e vigore al nostro brano, è giunto inaspettatamente, come una
scintilla: abbiamo affidato la soluzione al problema dell' esasperato razionalismo non all'uomo, ma ad un Dio. Ecco spiegato il "Dies irae" finale, una delle preghiere forse più controverse e potenti, scritta nel XIII secolo. In quella disperata invocazione al cielo si concentra la morale della storia: alla fine solo un intervento divino potrà mettere fine a questo disastro e donare nuovi orizzonti ad un'umanità così corrotta.
5. Il videoclip di “Alfavil” non è il classico video che accompagna la musica di ogni giorno, ma sembra quasi un film, da cosa nasce l’idea?
È il nostro racconto sulla standardizzazione dei costumi e della società moderna e, per rendere dolce lo sciroppo amaro, abbiamo inventato questo mondo alternativo in cui la vita, in questa splendida e lussuosa casa di riposo controllata dai Mangiamente, risulta apparentemente tranquilla e goliardica per gli ospiti/pazienti, metafore di stereotipi e atteggiamenti. Sarebbe più giusto chiamarla casa di fatica in realtà ma questo sarà sicuramente quello che vedrete nell’opera 4.0. Tutti i personaggi nel videoclip sono attori rigorosamente lucani, come il 90% del team di lavoro. Ognuno di loro ha rappresentato magnificamente le caratteristiche estetiche e comportamentali che avevamo immaginato nella fase di scrittura di Alfavil. La comunione di intenti e di visione del mondo ha reso ogni interpretazione autentica, osservarli recitare ci ha fatto vivere, davvero, Alfavil. Tutti i protagonisti erano ben chiari a noi ancora prima di vederli all’azione. Questo perché ogni nostra opera nasce da più punti di vista: nel momento in cui arrangiamo un brano il video scorre già nella sala cinema della nostra fantasia.
Quello che facciamo è concepire un’opera totale e fin dall’inizio coinvolgere tutti i sensi a nostra disposizione. Una volta costruito il mondo è bastato fare visita al regista, artista vero e sincero, Giuseppe Marco Albano ed ecco che la fantasia prende vita e inizia a convivere con la realtà.
6. Quali sono i vostri progetti per il futuro?
Vi confessiamo una cosa: l’aspetto meraviglioso del Fantasy Pop è che non crea troppa aspettativa sul futuro, non è tanto la visione in avanti del tempo a dettare la nostra progettualità quanto l’immaginario di un nuovo mondo a disegnarla.
7. A chi dovete il vostro grazie più grande e perché?
Ci preme fare una distinzione tra i ringraziamenti più importanti e quelli più grandi. I primi, quelli più importanti, li rivolgiamo senza dubbio alle nostre famiglie e alle nostre compagne, indispensabili e speciali. Con un pò di sano egoismo ma anche tanta tenerezza, rivolgiamo il ringraziamento più grande a noi che, nonostante la tempesta culturale e le insidie che tutto questo ci ha riservato, restiamo qui, resilienti e sempre pronti nutrire il nostro sogno e la nostra irrefrenabile fantasia.
Noi ringraziamo i 2eleMenti e vi lasciamo i link per seguirli sui loro social ↓
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