Miduèst è il primo EP del
cantautore piacentino Il Fosco.
Sonorità vintage, ispirate al folk americano della costa occidentale, incontrano tematiche e storie di vita attuali per cinque brani malinconici e leggeri allo stesso tempo che raccontano la provincia, i sogni con cui la si lascia, gli addii e anche i ritorni. Registrato presso i Giardini Sonori di Piacenza, Miduèst è stato prodotto, mixato e masterizzato da Riccardo Demarosi e uscirà il 19 febbraio 2021.
Ascoltando Miduèst, si ha la sensazione di entrare in un mondo fresco, malinconico e sereno allo stesso tempo. La voce di Fosco ha un tono confidenziale e dice cose per lui importanti su una manciata di accordi, seguendo il vecchio anonimo it’s just three chords and the truth. Le sonorità sono vintage come si nota dal sapore country-folk delle ballate costruite su chitarra e armonica o dalla produzione ricercata della batteria in pezzi come Drama Grill, ma le tematiche sono decisamente ancorate ai nostri tempi e raccontano questioni come l’emigrazione dei giovani dalle campagne verso città che non ripagheranno le loro speranze (Valtidon Girl), di un mondo del lavoro che inchioda al tedio di impieghi senza senso e alla dissonanza cognitiva (come in Potlach).
Eppure, c’è poco spazio per l’autocommiserazione e, anzi, questi pezzi vogliono avere la capacità di contrappuntare le delusioni di un mondo che non va, con un’ironia brillante che lascia aperti varchi per immaginare altri orizzonti. Se in America ci sono generi musicali che prendono il nome da catene montuose – gli Appalachi per esempio – questo EP suona un po’ come quella zona degli Appennini da cui viene, e si tinge di saudade. Ecco potremmo forse chiamare le sue atmosfere così: saudade appenninica. "La voglia di registrare questi nuovi pezzi – racconta Fosco - l’ho sentita durante il lockdown di marzo: quanto più si faceva forte la pressione esterna, con il lavoro e le notizie catastrofiche, tanto più sentivo il bisogno di scrivere e provare a creare qualcosa di bello. Ho lavorato tanto per trovare sonorità che mi permettessero di raccontare liberamente le storie che avevo in mente. Ho persino iniziato a studiare l’armonica online e da allora non ho più smesso. Ma il vero punto di svolta è stato l’ascolto di You don’t know how it feels di Tom Petty, nella versione demo
che è stata rilasciata nel 2020: è stato come se qualcuno mi avesse dato la scossa, con quel ritmo sereno e quasi ipnotico, le sbuffate nell’armonica e la sua voce eterea. Il suo messaggio per me era “le cose possono andare male, malissimo, anzi proprio di merda, ma non preoccuparti, non è la fine del mondo”. Demoliamo mattone per mattone le preoccupazioni quotidiane, ridiamoci sopra e vediamo cosa si può fare per vivere. È lo stesso mood su cui si muove Miduèst e tutte le cose che sono venute dopo. Più di uno stato d’animo, alla fine è diventata proprio una lente con cui ho osservato altre storie, esperienze, ricordi, e così ho trovato un modo di raccontare che mi piaceva e che è piaciuto anche ad altri vicini a me."
BIOGRAFIA
Il Fosco (Fosco Bugoni) viene dalla Val Tidone, in provincia di Piacenza. Classe 1991, comincia a suonare la chitarra classica a 12 anni ed entra poi in diverse formazioni, dal punk-rock al grunge, e in un ensemble a plettro, ma la sua passione rimane la musica cantautorale (Samuele Bersani su tutti). Dal 2013 inizia a scrivere pezzi propri, registrati in casa, con temi umoristici, su batoste amorose e oroscopi. Si laurea in Antropologia, vive e studia per un periodo significativo in Montana, dove si avvicina alle sonorità del folk americano della costa nordoccidentale. Da molti anni vive e lavora a Milano, tornando il fine settimana in valle, con la chitarra sempre nel baule e acquisendo sempre maggior confidenza con la propria voce, alla quale aggiunge poi anche l'armonica, dopo l'incontro folgorante con la musica di Tom Petty, Neil Young e John Prine. Nell’ottobre 2020 registra il suo primo EP, Miduèst, in uscita a febbraio 2021: cinque tracce ispirate dal mood country folk americano che raccontano con tono leggero, malinconico e ironico, la provincia e le sue storie di addii, ritorni e speranze.
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